Una storia di maremmani abruzzesi di Alessandra Calissano
Da noi nevica tanto. Quell’anno la neve era arrivata presto e a gennaio il giardino era una bomboniera di ghiaccio. Marley adorava la neve: gli piaceva mangiarla quando era fresca.
Era un maremmano giovane e forte. Quella mattina non tornava a casa. Stava là, fra la betulla e l’acero rosso, fermo, immobile. Andai da lui e mi accorsi che cercava di prendere con la bocca una piccola gazza. La posò delicatamente fra le mie mani. Era rigida per il freddo e aveva gli occhi chiusi. Marley la fissava preoccupato, così la portammo in casa al caldo.
Che cosa mangiano le gazze? Omogeneizzato e acqua con il contagocce. La nostra Birdy, così l’avevamo soprannominata, era tanto debole.
Una storia a lieto fine
La mattina seguente, Marley e io andammo da lei. Aveva fame e svolazzava nervosa: era impaziente di tornare a casa sua, così la portammo in giardino per liberarla. Marley la seguì felice: l’aveva salvata da morte certa. Lui, così grosso, aggressivo e schivo con tutti, aveva saputo riconoscere una vita in pericolo.
Non lo dimenticherò mai.
OHANA RANCH ASD
Centro cinofilo ed equestre